Ecco a voi cosa vuole dire seguire pedissequamente questo modus vivendi ….
Mi chiamo Roberta, sono gruppo sanguigno 0 positivo.
Mi sono stati diagnistoicati sclerosi multipla , epilessia secondaria alla SM , tiroidite autoimmune , collagenopatia indifferenziata , sindrome di sjögren.
Oggi, dopo 9 anni, il reparto di neurologia ad indirizzo neuroimmunologico centro sclerosi multipla ha deciso ufficialmente di non sottopormi ai controlli semestrali ed annuali, evitandomi così la RMN Encefalo e total body con mdc.
Questa maledetta malattia è esorta nel dicembre 2002 con ipoestesia totale degli arti … Diagnosi posta sulla scorta dei dati clinici , RM (presenza di plurime lesioni encefaliche e midollari ) e liquorali (positiva per BO LIQUORALI).
Il 24 dicembre 2002 iniziai a lamentare continue e persistenti ipoestesie dolorose degli arti inferiori con estensioni toraciche a livello medio dorsale. Il persistere della devastante sintomatologia e , visto il curante (un emerito incompetente) che asseriva fosse un problema psicosomatico.
Il 30 dicembre mentre, ero in servizio presso la SCALA di Milano svenni e non riuscii più ad alzarmi. Pertanto i miei colleghi chiamarono l’ambulanza, che mi portò in sirena con codice giallo in pronto soccorso, ove fui successivamente ricoverata nel reparto di neurologia.
Il mio corpo emanava scosse elettriche , non riuscivo più a camminare con le mie gambe. Rimasi in ospedale fino al 9 gennaio, giorno delle mie dimissioni .
Durante la permanenza presso il nosocomio, mi rivoltarono come un calzino: boli di cortisone giornalieri erano il mio pane quotidiano .
Il cortisone fece il suo effetto ma le gambe non funzionavano più a dovere .
Diagnosi devastante: SCLEROSI MULTIPLA.
Non vi nego che volevo gettarmi dall’ottavo piano dell’ospedale: Il mondo mi Sembrava mi stesse cadendo addosso ….
Fortunatamente , fui accudita amorevolmente e pazientemente dalla mamma e dalla nonna.
Il cortisone , i miorilassanti e gli psicofarmaci mi stavano completamente distruggendo e consumando giorno dopo giorno. I momenti peggiori erano quelli notturni. Ricordo ancora che chiedevo a mia mamma di lasciarmi la mano solo quando ero addormentata.
Passano gli anni e le recidive mi accompagnano nonostante gli immunosoppressori.
La situazione non migliorava , l’alimentazione era disordinata (mi sbilanciavo esclusivamente con latticini cereali e frutta ).
Un giorno , mia cugina decide di portarmi con lei in visita dal dott. Mozzi per cercare di estrapolarmi da quel guscio da cui non ne stavo uscendo viva.
Ebbene , da quel momento , mi si è aperto un mondo e sono tornata a vivere!
Oggi , nonostante L’invalidità , riesco a fare lunghe pedalate in bicicletta , lunghe camminate , faccio ginnastica , yoga , le scale a piedi e mi sento un fiore.
Quindi cogliete anche voi questa possibilità e non perdetevi mai d’animo.
Per aspera ad astra.
Roberta