I lupini sono il seme di una leguminosa, il Lupinus, pianta che da secoli viene coltivata dai popoli del Medio Oriente e del Mediterraneo per le note proprietà in ambito alimentare e fitoterapico. Esistono diverse varietà di lupino, varietà che prendono il nome in base al colore dei fiori. Il genere più coltivato, dato che meglio si adatta al clima del Mediterraneo, è il Lupinus Albus L. (Lupino bianco) e il Lupinus Luteus L. (Lupino giallo).
Nell’antichità i semi di lupini erano tenuti in alta considerazione, sia per il loro apporto energetico e proteico, sia per l’estrema facilità con cui le piante di Lupinus Albus si adattano ai terreni acidi (di solito le leguminose amano i terreni calcarei), tra l’altro migliorandone la fertilità. Infatti non tutti sanno che queste piante hanno la straordinaria capacità di assorbire l’azoto presente nell’atmosfera e di fissarlo nel terreno, arricchendolo e migliorandone la produttività. Inoltre il Lupino bianco resiste bene sia al caldo e alla siccità dell’estate, che al freddo e al gelo dell’inverno e ha esigenze idriche davvero irrisorie.
Nel tempo la domanda di lupini è crollata ed oggi la loro coltivazione, almeno in Italia, è rilegata ad alcune zone del Meridione. La maggior parte di noi consuma i lupini solo sporadicamente, per di più in occasione di delle feste di Paese, dove vengono venduti nei mercatini di dolciumi, come snack per rifocillarsi tra una passeggiata e un giro di giostra.
2010 anno d’oro del Lupino
….Ma l’aria sembra stia cambiando di nuovo e negli ultimi anni i lupini stanno lentamente tornando alla ribalta! Tant’è che il 2010 è stato proclamato come l’anno d’oro del lupino.
Il merito va soprattutto ai recenti studi scientifici che dimostrano chiaramente come il consumo di questi legumi possa incidere positiviamente nella lotta e nella prevenzione del diabete.
Proprietà e valori nutrizionali
Come quasi tutti i legumi anche i lupini sono estremamente ricchi di proteine vegetali. Infatti se prendiamo il seme essiccato, questo ha una concentrazione di proteine che oscilla tra il 38 e il 40%, per cui è di fatto il legume con la maggior concentrazione di proteine in assoluto, ancora più della soia.
Questa tabella riassume esattamente i valori nutrizionali per 100 g di lupini essiccati:
Calorie | kcal. | 115 |
Acqua | % | 10 |
Proteine | % | 40 |
Carboidrati | % | 38 |
Grassi | % | 6 |
Fibre | % | 6 |
Tra le varie sostanze contenute nei lupini troviamo anche:
- Vitamine del gruppo B e in particolare di vitamina B1 (Tiamina), B2 (Riboflavina), B3 (Niacina) e B9 (Acido folico).
- Sali minerali di cui i principali sono: potassio, calcio e magnesio, e oligoelementi quali ferro, zinco, boro e rame.
- Solo il 4% dei grassi sono di tipo saturi, il resto sono per lo più grassi vegetali mono e polinsaturi. Tra quest’ultimi spiccano gli Omega-6 e gli Omega-9.
- Alcaloidi: lupotossina, lupanina e oscilupanina.
- Flavonoidi (sostante antiossidanti), acidi organici, resine e lupeolo
I lupini per la protezione della vista
La colorazione gialla dei lupini è dovuto al contenuto di Zeaxantina, un flavonoide che agisce insieme alla Luteina a protezione della vista.
La Zeaxantina è presente nella retina e ha la funzione di filtrare la luce solare, proteggendo le cellule nervose dai danni fototossici (causati per esempio dai raggi ultravioletti) e impedendo la formazione di molte malattie, tra cui la degenerazione maculare e la perdita della vista.
I lupini nella lotta al Diabete
Diversi studi hanno di recente messo in luce le molteplici virtù di questo piccolo legume giallo, in particolar modo per la cura e la prevenzione del diabete.
Uno di questi è stato condotto in Italia sotto la guida dei gruppi di ricerca dell’Università degli Studi di Milano, coordinati dal prof. Marcello Duranti (Presidente del Congresso e docente del Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente dell’Ateneo lombardo).
Da questa ricerca è risultata l’attività ipoglicemizzante della gamma-conglutina, una particolare proteina contenuta nei lupini. Anche se assunta in piccole quantità, tutti i giorni, questa proteina sarebbe in grado di modulare e ridurre la glicemia, ovvero lo zucchero nel sangue.
Questa caratteristica rende i lupini un alimento ottimo nella dieta di persone diabetiche
spiega il prof. Marcello Duranti, che ha svolto una ricerca su ratti resi iperglicemici, nutriti per tre settimane con alimenti derivati dal lupino. Il risultato è stato molto soddisfacente: gli effetti concreti di un’alimentazione a base di lupino sono la riduzione dell’incremento del peso corporeo, l’assorbimento del cibo e una riduzione della concentrazione di glucosio nel sangue.
Leggi anche: Come curare il diabete con la dieta del dottor Mozzi
I lupini come l’insulina?
Un altro studio, precedente a quello appena citato, confermerebbe quanto fin’ora detto sulla capacità dei lupini di regolare la glicemia e quindi di contrastare il diabete.
Autori di questo studio, pubblicato in seguito sulla rivista “Nutrition, Metabolism & Cardiovascular Diseases” sono i ricercatori dell’Istituto scientifico universitario San Raffaele di Milano.
Tramite questo studio gli scienziati italiani hanno approfondito gli effetti del la glicoproteina conglutina-gamma, una proteina presente nei lupini e di come questa può “contribuire a migliorare il metabolismo del glucosio”.
Il coordinatore della ricerca, il professor Livio Luzi, spiega che i dati raccolti indicano che “la conglutina-gamma come l’insulina, facilita il reclutamento delle cellule muscolari giovani, incentivando la loro fusione in fibre muscolari mature e promuovendo un incremento della loro lunghezza e diametro”. Per il suo contributo nella regolazione della crescita muscolare potrebbe avere, spiega l’esperto, “prospettive di applicazione anche come integratore alimentare e sportivo”
Quanto alle proprietà anti-diabete, gli autori dello studio definiscono la conglutina-gamma del lupino “molto interessante per il potenziale trattamento del diabete tipo di 2 con dei vantaggi rispetto alla terapia tradizionale”.
La ricerca del San Raffaele, è frutto del lavoro di scienziati che hanno approfondito gli effetti di questa proteina vegetale sulla concentrazione di glucosio plasmatico, usando delle cellule precursori delle fibre muscolari di topo, incubate dopo 72 ore di differenziamento con insulina, conglutina-g, o metformina, analizzate basalmente e 5, 10, 20 e 30 minuti dopo lo stimolo.
In secondo luogo, poiché l’insulina promuove l’anabolismo del tessuto muscolare, specularmente lo studio ha evidenziato un’attivazione dei processi di sintesi delle proteine che sono alla base del differenziamento e della ipertrofia muscolare ad opera della conglutina-g.
I risultati, quindi, supportano l’ipotesi che la conglutina-gamma giochi un ruolo importante nella regolazione dei processi di sintesi delle proteine. In particolare, mimando l’azione dell’insulina, questa sostanza incrementa la concentrazione di proteine in grado di attivare il ‘trasportatore di glucosio del muscolo’ (GLUT-4) e di regolare il metabolismo energetico muscolare. Quanto alle proprietà anti-diabete, gli autori dello studio definiscono la conglutina-gamma del lupino “molto interessante per il potenziale trattamento del diabete di tipo 2 con dei vantaggi rispetto la terapia tradizionale”.
Come tutti gli insulino-mimetici, spiega la ricerca coordinata da Luzi, la conglutina-g non stimola la secrezione insulinica, evitando crisi ipoglicemiche acute. In secondo luogo, essendo un derivato naturale è potenzialmente scevro da effetti indesiderati”. Prossimo passo: approfondire le sue qualità in veste di composto insulino-sensibilizzante e avviare la sua applicazione come farmaco, come integratore alimentare nell’obesità, e anche in altre condizioni insulino-resistenti, come la sindrome metabolica.
Del resto, sono state appurate analogie strutturali tra le proteine del lupino e quelle della soia, associate ad una capacità di ridurre il rischio di malattie coronariche.
Cosa ne pensa il dott. Mozzi?
Il dottor Mozzi è sempre stato a favore dell’utilizzo di tutti i legumi e in particolare dei lupini, che a suo parere rientrano di diritto in quella che dovrebbe essere la VERA dieta Mediterranea, ovvero un’alimentazione basata prevalentemente sul consumo di legumi, verdure, uova, pesce, carne, frutta secca e frutta fresca (quando è di stagione).
In effetti, se andiamo a ritroso negli anni, gli Antichi Romani erano tra i maggiori estimatori di questo piccolo legume giallo, tant’è che i legionari erano soliti affrontare le lunghe marce a piedi, portando con se grandi scorte di lupini.
Nel libro “La dieta del dottor Mozzi“, i lupini sono considerati neutri per tutti i gruppi sanguigni:
GRUPPO SANGUIGNO | BENEFICO | NEUTRO | NOCIVO |
Gruppo 0 | x | ||
Gruppo A | x | ||
Gruppo B | x | ||
Gruppo AB | x |
NB: i lupini, come tutti i legumi, non andrebbero mai abbinati nello stesso pasto con: frutta, zuccheri, dolci e cereali. Un abbinamento sbagliato alla lunga può portare a fenomeni quali: acidità di stomaco, gastriti, reflusso esofageo, ernia iatale, diverticolite, colite, gonfiore addominale, flatulenza, stanchezza, perdita di sali minerali, osteoporosi, ecc.
Lupini: controindicazioni
I lupini sono legumi e specialmente chi è già intollerante ad alcuni legumi, come i fagioli, o gli arachidi, potrebbe avere problemi anche con i lupini.
Attenzione dunque ad alcuni effetti collaterali che si potrebbero manifestare in seguito al loro consumo. Questi sono alcuni dei sintomi che potrebbero manifestarsi in caso di intolleranza o allergia ai lupini: sfoghi cutanei, forti dolori addominali, difficoltà a respirare e, nei casi più gravi, shock anafilattici.
Attenzione inoltre alla lavorazione
Devi sapere che i lupini crudi contengono degli alcaloidi tossici, in particolare la lupo-tossina. Solitamente i lupini vengono venduti dopo essere stati già “trattati” e dunque sono già pronti per il consumo, anche senza essere cotti.
Il trattamento di cui sopra, consiste nella macerazione in acqua per almeno 3-4 giorni. Ogni 12 ore l’acqua viene cambiata, in quanto i lupini rilasciano lentamente le loro tossine, riversandole appunto nell’acqua. Infine questi legumi vengono bolliti in acqua per circa 20-30 minuti, così da eliminare definitivamente le sostanze alcaloidi rimaste nei semi.
Questa è la procedura da seguire se intendi acquistare il prodotto crudo (che tra l’altro non è nemmeno così semplice da trovare).
Quando la lavorazione non viene eseguita correttamente, il lupino rimane amaro. L’amaro sta proprio a significare che sono ancora presenti degli alcaloidi tossici e sarà dunque opportuno buttarli, o trattarli nuovamente per eliminare queste sostanze sgradite.