Molti di voi leggendo il titolo avranno già gridato allo scandalo. Lo so, ne sono consapevole, ma credo sia giusto che la gente venga informata ed è quello che cerco di fare scrivendo articoli come questo.
Da che mondo è mondo la frutta è da sempre considerata come il cibo della salute. Su riviste, giornali, trasmissioni televisive e articoli del web viene constantemente lodata in quanto, oltre ad essere dolce e prelibata, viene considerata come un alimento ricchissimo di sostanze benefiche come vitamine, sali minerali, aminoacidi, enzimi e sostanze antiossidanti. Per questo motivo medici, nutrizionisti e naturopati di tutto il Mondo ne consigliano un consumo abbondante e giornaliero, tant’è che alcuni “addetti ai lavori” arrivano anche a consigliare cinque porzioni di frutta al giorno.
Eppure, per quanto può sembrare assurdo, ci sono alcuni esperti che non la pensano affatto così.
In questo articolo darò dunque spazio a due voci autorevoli e controcorrente, che considerano la frutta per quello che è, ovvero un alimento che può far bene se consumato con criterio, ma che può anche creare danni seri se consumato in maniera sconsiderata.
Le due persone di cui parlo sono:
- Il Dott. Piero Mozzi, esperto di fitoterapia e di alimentazione secondo la teoria dei gruppi sanguigni;
- La Dott.ssa Maria Rosa Di Fazio, medico specializzato in Oncologia, è responsabile del servizio di Oncologia Medica (Day Hospital e Ambulatorio) del centro SH, Health Service di San Marino.
Il parere del Dott. Mozzi
Il dottor Piero Mozzi è un po’ come San Tommaso, crede solo a quello che vede, o meglio considera le teorie valide solo se queste trovano riscontro anche nella pratica. Egli ha infatti constatato come all’atto pratico un consumo abbondante di frutta sia tutt’altro che salutare e possa avere ripercussioni negative sulla salute.
Per quale motivo?
Perché la frutta (ma anche il miele), oltre ad acqua, vitamine e sali minerali, contiene notevoli quantità di zucchero e in particolare di fruttosio. Il fruttosio se consumato in eccesso, e in alcuni casi particolari, anche se introdotto in minime quantità, può essere causa di numerosi disturbi.
Inoltre non bisogna fare di tutta un’erba un fascio. C’è frutta e frutta, o meglio ci sono alcuni frutti che danno più problemi di altri e ce ne sono alcuni invece che sono indicati, perché benefici per l’organismo. Come vedremo questo è il caso del limone.
Poi però vanno considerati anche altri fattori importanti:
- Stagionalità della frutta;
- Compatibilità con il gruppo sanguigno;
- Il momento della giornata in cui la si consuma (colazione, pranzo, spuntino, cena);
- Il modo in cui viene abbinata (da sola, o insieme ad altri alimenti);
- Il proprio stato di salute.
Stagionalità
La frutta da problemi soprattutto se consumata con le basse temperature. Questo è un dato di fatto che il Dott. Mozzi ha sottolineato a più riprese durante i suoi interventi televisivi e nel corso delle numerose conferenze a cui ha partecipato.
Infatti tutta la frutta ha una sua stagionalità e nel nostro Paese, escludendo alcune eccezioni come i limoni e alcune bacche, la maggior parte della frutta matura nei mesi più caldi dell’anno, mentre è assente durante la stagione fredda. Grazie all’avvento tecnologico del dopo guerra, oggi riusciamo a conservare la frutta in celle frigorifere per mesi e mesi, tant’è che andando a fare spesa al supermercato troviamo le fragole anche a dicembre!
Inoltre c’è il discorso delle importazioni. Oggi possiamo importare qualsiasi tipo di frutta da qualsiasi zona del Mondo. Per cui nel supermercato troveremo frutti esotici provenienti dall’Africa anche in pieno inverno, cosa che un tempo non era affatto possibile.
In sostanza oggi troviamo frutta di tutti i tipi, proveniente da ogni parte del Globo e in qualsiasi stagione dell’anno! Ora non voglio dire che non devi più mangiare ananas, mango o kiwi, voglio solamente farti riflettere, perché come spiega il Dott. Mozzi stiamo consumando frutta in grandi quantità anche quando la natura non lo prevede. E come avrai capito l’inverno è il periodo meno adatto per mangiare frutta!
Quand’è il momento migliore per mangiare più frutta?
Nel nostro Paese durante la stagione calda (primavera inoltrata, estate e inizio autunno), poi ovviamente dipende dalla latitudine e dalla langitudine in cui ti trovi, dato che le temperature sono molto differenti tra il Sud e il Nord dell’Italia. Se invece ci rechiamo in paesi a clima sub-tropicale, o tropicale la frutta la troviamo praticamente durante tutto l’anno. Infatti con il caldo i rami degli alberi traboccano di frutta ed è proprio quando le temperature sono alte che il nostro organismo ha maggior bisogno di zuccheri. Inoltre, grazie al calore del sole, se ne consumiamo in eccesso, con un po’ di sudore possiamo sbarazzarcene più facilmente.
Al contrario in inverno di frutta negli alberi non ce n’è e il nostro organismo, per meglio sopportare il freddo, ha bisogno di grassi e proteine e non di zuccheri. Oltre che nella carne, nelle uova e in alcuni pesci, i grassi li possiamo trovare nei semi oleaginosi, come le noci, le mandorle e le nocciole, tutti prodotti tipici della stagione fredda. Se invece consumiamo troppi zuccheri il corpo, non potendo sudare come nei mesi estivi, fa fatica a liberarsene e le conseguenze possono essere nefaste.
Compatibilità con i gruppi sanguigni
Alcuni frutti, se consumati con moderazione, sono valide fonti di nutrimento, altri invece potrebbero contenere delle sostanze che il nostro organismo non tollera.
Come riconoscere se un frutto è adatto o meno al nostro corpo?
La risposta si trova nel sistema immunitario, che è strettamente connesso al nostro gruppo sanguigno. Un alimento che il nostro organismo non tollera innesca una reazione immunitaria che, se protratta nel tempo, può dar vita a fenomeni infimmatori anche seri.
In poche parole ognuno di noi è predisposto a mangiare certi cibi, mentre altri andrebbero evitati perché il nostro corpo non li tollera.
NB: In questo articolo non spiegherò il motivo per cui si innesca una reazione immunitaria all’introduzione di determinati cibi. Per cui se è la prima volta che senti parlare di relazione tra alimentazione, salute e gruppo sanguigno ti consiglio di iniziare dalla lettura di questa guida. Se invece è un argomento che già conosci bene, puoi tranquillamente proseguire con la lettura.
Alcuni frutti, come i limoni, le prugne, l’uva e i fichi, salvo particolari intolleranze o allergie personali, generalmente sono ben tollerati da tutti i gruppi sanguigni. Ce ne sono altri invece che possono causare più di qualche problemino.

Occhio alle arance! Nocive per il gruppo 0, A ed AB
Uno a caso? Bè le arance. Le arance, osannate per essere un frutto ricchissimo di vitamina C, sono in realtà uno dei frutti più problematici per la nostra salute. Le uniche persone che le tollerano abbastanza bene sono quelle che appartengono al gruppo sanguigno B. Gli altri, consumando arance, possono avere seri problemi a livello articolare, muscolare e polmonare. In questo articolo dedicato appunto alle arance ne parlo più nel dettaglio.
Vediamo ora cosa dice il Dott. Mozzi dei vari gruppi sanguigni.
Gruppo sanguigno 0
Le persone di gruppo sanguigno 0 sono in assoluto quelle che meno tollerano il fruttosio, per cui sono anche le meno adatte a consumare frutta e miele, specialmente nel periodo freddo. Lo stesso Dott. Mozzi appartine al gruppo 0 (0 RH negativo per la precisione) e durante le sue interviste racconta alcuni episodi sgradevoli che gli sono capitati in prima persona. Una volta una fortissima infiammazione alle tonsille dopo aver mangiato qualche fragola di bosco. Un’altra volta, un’infiammazione ai polmoni a seguito di una scorpacciata di fichi.
Tra i rischi maggiori in cui può incappare un gruppo 0 che consuma molta frutta, miele o sostanze ricche di fruttosio, (come le bibite per sportivi), o di amido di mais (che per il 55% contiene fruttosio) ci sono:
- dolori muscolari ed articolari;
- unghie che si sfaldano;
- problemi alla cartilagine e riduzione della densità ossea (osteoporosi);
- perdita dei capelli;
- stanchezza fisica e mentale;
- iperglicemia (glicemia alta);
- depressione.
Il rischio di sviluppare questi problemi aumenta con il passare degli anni, ma non è detto che le persone giovani ne siano immuni. Basta guardare molti calciatori che fanno uso di integratori ricchi di fruttosio. Secondo il dottor Mozzi un gruppo 0 che utilizza questi prodotti aumenta notevolmente il rischio di infortuni muscolari e articolari.
Quanto ho fin’ora detto vale per qualsiasi tipo di frutta, se questa viene consumata in eccesso, fuori stagione e in determinati momenti della giornata.
Quanta frutta mangiare e quando? Durante i pasti, o lontano dai pasti?
A una persona di gruppo 0 il dottore consiglia di consumare al massimo 1 frutto al giorno e anche meno durante l’inverno, anzi in questo periodo si può tranquillamente abbandonarla, non è un alimento essenziale nella stagione fredda. Molto meglio mangiare tante verdure invece.
Per quanto riguarda il momento migliore in cui consumare la frutta, questo è senz’altro il mattino, per esempio a colazione, oppure a pranzo si può decidere di accompagnare un pasto di sole proteine e verdure (quindi carne, o pesce) con un frutto a fine pasto. Il Dott. Mozzi afferma che il fruttosio è meglio tollerato se è accompagnato dalle proteine della carne o del pesce.
In ogni caso il dottore sconsiglia vivamente di mangiare la frutta dopo le 17:00, o peggio ancora a cena. Dopo le cinque del pomeriggio il metabolismo rallenta e facciamo più fatica a smaltire gli zuccheri. Un consumo a tarda ora di frutta e più in generale di zuccheri, provocherebbe un innalzamento glicemico, che in mancanza di attività fisica post-pasto, si manterrebbe pericolosamente alto per molte ore, durante tutta la notte mentre dormiamo, fino al mattino successivo. Una glicemia alta prolungata nel tempo è molto pericolosa, specialmente per chi è affetto da Diabete. Quindi mai la frutta a cena.
Quali frutti scegliere?
La frutta va consumata quando è di stagione, ma alcuni frutti vanno assolutamente evitati, perché decisamente tossici per una persona di gruppo sanguigno 0. Questa è la tabella riportata nel libro del Dott. Mozzi:
- Benefici: fichi (fresci e secchi), prugne (freschi e secchi).
- Neutri: albicocche, ananas, anguria, banane, cachi, cedro, ciliegie, datteri, fichi d’India, kiwi, lampone, limone, mango, melograno, mela, melone giallo, mirtilli, papaia, pere, pesche, pesche noce, pompelmo, ribes nero e rosso, sambuco, uva bianca e nera, uva spina, uva sultanina.
- Sconsigliati: arance, avocado, fragole, mandarini, melone, more, noce di cocco, rabarbaro cinese, mandarancio.
Gli altri 3 gruppi sanguigni (A/B/AB)
I gruppi sanguigni A, B e AB tollerano meglio la frutta rispetto al gruppo 0, tuttavia questo non vuol dire che siano immuni dai danni del fruttosio se questo viene consumato in quantità eccessive, specialmente in inverno. Quindi molte delle cose fin’ora dette per il gruppo 0, sono valide anche per gli altri tre gruppi sanguigni.
Quanta frutta mangiare?
In inverno il Dott. Mozzi consiglia di non superare un frutto al giorno (escluso il limone che si può usare più spesso) e preferibilmente al mattino. Durante la stagione calda se ne può mangiare anche un po’ di più, senza però mai esagerare.
Per quanto riguarda le tabelle dove vengono riportati i diversi tipi di frutta, suddivisi in benefici, neutri e sconsigliati li trovate nelle seguienti pagine:
Quando mangiare la frutta?
La frutta andrebbe consumata al mattino (per esempio a colazione) o al massimo a pranzo, dove andrà ad accompagnare un pasto a base di sole verdure e proteine animali (carne, o pesce, o uova), senza aggiungere altri carboidrati (ad esempio pane, pasta, cracker, riso, miglio, patate, legumi, ecc.).
La frutta alza la glicemia, per cui non va mangiata a cena e in generale è meglio non mangiarla dopo le 17:00, perché dopo questa ora il metabolismo rallenta. Consumare frutta a cena significa andare a dormire e svegliarsi il mattino seguente con una glicemia alle stelle. Come scoprirari più avanti, una glicemia tendenzialmente alta è anche il preluidio per malattie importanti, come il Cancro.
Quindi niente frutta a cena!
Abbinamenti: con cosa mangiare la frutta?
La frutta può essere consumata da sola, o può essere accompagnata da verdure, frutta secca (tipo semi, mandorle, noci, ecc..), uova, carne, pesce, castagne, yogurt di soia (per chi lo tollera) e latticini (per chi li tollera, soprattutto il gruppo B). Tollerata è anche la combinazione con alcuni pseudocereali, come la quinoa, l’amaranto e il grano saraceno, con le cui farine è possibile preparare anche degli ottimi dolci (anche qui però attenzione a non esagerare!).
Non va invece mai abbinata ai cereali e ai legumi. Gli zuccheri della frutta, combinati con gli amidi dei legumi, o dei cereali, all’interno del tubo digerente innescano un processo di fermentazione, con la successiva produzione di alcol e Co2 (anidrite carbonica), due sostanze che producono non pochi danni alla digestione, rallentandola e dando il via a tutta una serie di disturbi molto comuni: pancia gonfia, flatulenza, dolori e crampi addominali, colite, diverticolite, ecc..
Elcuni esempi di combinazione errata?

fette biscottate e frutta: abbinamento da evitare
Il classico dei classici sono le fette biscottate con la marmellata (frumento + frutta + zucchero), oppure il frutto a fine pasto, dopo aver mangiato un piatto di pasta o di riso, o di lenticchie, magari anche con una fetta di pane.
Quindi anche gli abbinamenti sono importanti, presta attenzione.
Curiosità: se mangiate carne o pesce il Dott. Mozzi consiglia di aggiungere anche una spremuta di limone. Ottima è anche l’ananas che contiene degli enzimi che migliora notevolmente l’assorbimento delle proteine.
Alcuni casi in cui è meglio evitare la frutta
In alcuni casi il dottore consiglia di stare molto attenti alla frutta, perché anche se consumata occasionalmente potrebbe portare dei problemi. E’ questo il caso di numerose patologie di natura autoimmune, come l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico, la connettivite, la tiroidite di Hashimoto e la sindrome di Raynaud.
Nel caso di persone affette dalla sindrome di Raynaud, una patologia autoimmune che colpisce la microcircolazione periferica, la reazione immunitaria all’introduzione di un singolo frutto è pressoché immediata. Una persona affetta da questa patologia che ha mangiato correttamente a cena, il mattino dopo quando si sveglia avrà certamente le mani calde. Ma se fa colazione anche solo con un frutto, nel giro di pochi minuti le mani diventeranno gelate. Questo vale per qualsiasi frutto, anche per quelli meglio tollerati.
Anche per le persone affette da sclerosi multipla, il dottore consiglia di evitare completamente la frutta se si vogliono tenere a bada i sintomi.
Patologie dove la frutta può essere direttamente coinvolta
Durante l’arco della sua intervista a Telecolor, il dottor Mozzi elenca alcuni dei disturbi che possono dipendere da un eccessivo consumo di frutta, specie se questo si verifica durante i mesi più freddi dell’anno.
Ecco il riepilogo:
- Crampi e formicolii;
- Dolori articolari e muscolari (cervicale, sciatalgia, mal di schiena, epicondilite, tunnel carpale, ecc.);
- Diabete (soprattutto se consumata a cena);
- Depressione (soprattutto per le persone di gruppo 0);
- Geloni e minore resistenza al freddo;
- Osteoporosi;
- Perdita dei capelli;
- Pericardite;
- Problemi respiratori, polmoniti e broncopolmoniti (soprattutto con le arance);
- Stanchezza fisica e mentale;
- Unghie che si sfaldano facilmente (soprattutto per le persone di gruppo 0).
In altre trasmissioni aveva anche parlato di tutti i disturbi che interessano la tiroide (ipotiroidismo, ipertiroidismo, noduli, gozzo, infiammazioni, ecc.), dove la frutta, insieme ai cereali e a tutti gli zuccheri, sarebbe direttamente coinvolta. Per le persone affette da patologie alla tiroide, il dottore sconsiglia vivamente di consumare frutta, o per lo meno consiglia di mangiarla solo occasionalmente.
Infine, sempre secondo il Dott. Mozzi, mangiare troppa frutta, anche se non può essere certamente considerata l’unica causa, può però contribuire allo sviluppo e all’avanzamento di alcune patologie più gravi, come alcune forme di malattie autoimmuni, e tumori benigni e maligni come lipomi, mielomi e leucemie.
Video del Dr. Mozzi sulla frutta
Il parere della dott.ssa Di Fazio

Dott.ssa Maria Rosa Di Fazio
La dott.ssa Maria Rosa Di Fazio lavora nel reparto di Oncologia presso il centro SH, Health Service di San Marino. Pur essendo un’oncologa non si limita a prescrivere farmaci chemioterapici. Il lavoro che lei e i suoi colleghi svolgono è molto più articolato e complesso, perché a differenza di altri centri Italiani, l’Health Service di San Marino segue dei protocolli personalizzati per i propri pazienti.
La dottoressa analizza in maniera dettagliata la vita di ogni singolo malato per capire quale sia la causa della malattia. E come afferma anche nel suo libro “Mangiare bene per sconfiggere il male” l’alimentazione rappresenta uno dei fattori più importanti che influenzano la nostra salute, sia nel bene che nel male.
Nel libro la dott.ssa Di Fazio da informazioni preziose sui tanti, troppi cibi tossici che l’industria alimentare ci propina attraverso spot ingannatori e che il consumatore finale, ignaro della pericolosità, mangia giorno dopo giorno, aumentando pericolasamente le probabilità di ammalarsi di cancro, o patologie autoimmuni.
Pensiamo alle merendine e alle bibite gasate, dolci e colorate che i nostri figli mangiano e bevono ogni santo giorno. Per non parlare dei biscotti, delle fette biscottate, delle brioches e di tutti quei prodotti preconfezionati di cui sono stracolmi gli scaffali dei supemercati. Tutti prodotti ricchi di farine raffinate, zuccheri, grassi saturi e chissà quali altre porcherie.
Per quanto può sembrare incredibile, la dott.ssa Di Fazio – che ripeto è un’oncologa che per mestiere cura i tumori con l’uso di farmaci – nel suo libro parla a ruota libera e senza censure della stretta connessione tra malattie e cattiva alimentazione.
E tra i tanti temi trattati, la dottoressa nel suo libro parla anche della pericolosità della frutta!
I pericoli della frutta
L’opinione che la dott.ssa Maria Rosa Di Fazio ha della frutta, non è molto dissimile da quanto detto fin’ora dal Dott. Mozzi. Questo infatti è quanto afferma nel suo libro:
- No alla frutta dopo i pasti: la frutta, se consumata dopo i pasti, specie dopo aver consumato carboidrati (come un piatto di pasta, o di riso, o del pane) provoca la putrefazione di tutto quello che abbiamo mangiato, creando anche una forte acidosi. L’acidosi, sottolinea la dott.ssa Di Fazio, è uno di quei fattori che favorisce lo sviluppo del cancro.
- No alla frutta a cena: la frutta contiene zuccheri e gli zuccheri andrebbero sempre banditi a cena e in generale da dopo pranzo in avanti. Dopo il pranzo il nostro metabolismo rallenta e l’organismo ha più difficoltà a metabolizzare gli zuccheri. Inoltre se mangiata durante la sera, la frutta provocherebbe un picco glicemico notturno, con il rischio di svegliarsi il mattino dopo con glicemie altissime. La dott.ssa dice di aver visto glicemie di oltre 200 in pazienti che avevano mangiato solo 2-3 frutti a cena. Come afferma anche il Dott. Berrino in molti suoi interventi, una glicemia tendenzialmente alta è uno di quei fattori che favorisce lo sviluppo e la crescita dei tumori, dato che le cellule tumorali si nutrono proprio di zuccheri. Per tutti questi motivi la dott.ssa Di Fazio raccomanda la frutta solo a colazione.
- No alle macedonie: mangiare frutti diversi nello stesso pasto è una pratica sbagliata e dannosa per la salute. Ogni frutta ha il suo PH, ovvero un suo indice di acidità, con la conseguenza che mangiando macedonia il nostro stomaco non sa più cosa fare e letteralmente impazzisce. Il risultato è che tutto quello che abbiamo ingerito marcisce e si produce prutescina, una poliammina cancerogena.
- No a mandarini e arance: mandarini e arance, oltre ad essere frutti molto acidi, che quindi provocano il crollo del PH (acidosi), contengono anche delle sostanze, chiamate poliammine, che rappresentano dei fattori di crescita per le cellule tumorali. Tra i peggiori c’è la putrescina e le arance, seguite dai mandarini, sono i frutti che ne contengono di più.
- Si al limone: il limone, pur essendo un frutto acido, all’interno del nostro sistema digerente si comporta come un alimento alcalino. Inoltre il limone, specialmente se assunto al mattino a stomaco vuoto come spremuta con un po’ di acqua tiepida, aiuta a depurare l’organismo e a regolarizzare l’intestino. Infine una spremuta di limone su carne e pesce migliora sensibilmente l’assorbimento del ferro contenuto in questi alimenti.
La dott.ssa afferma che un consumo sconsiderato di frutta può provocare seri danni alla salute, a cominciare dal fegato, dove il fruttosio viene stoccato, immagazzinato e trasformato in glicogeno. Mangiare troppa frutta può provocare un’innalzamento non solo della glicemia, a cui devono stare attenti tutti, non solo i diabetici, ma anche di altri valori come il colesterolo (di cui i colpevoli sono appunto gli zuccheri e i cereali, non di certo le uova) e dei trigliceridi. La stessa steatosi epatica, conosciuta anche con il nome di “fegato grasso” è una patologia di cui la causa può essere tranquillamente il consumo eccessivo di frutta.
Infine, come abbiamo visto, la macedonia, o la frutta mangiata dopo i pasti, può innescare un brusco calo del PH (acidosi) e la creazione di putrescina, un fattore di crescita delle cellule tumorali.
La frutta va bene se viene mangiata con criterio: ovvero una porzione di frutta a colazione, un tipo di frutta per volta (niente macedonie), evitando i frutti dannosi ricchi di poliammine, come le arance e i mandarini.
Video della dott.ssa Di Fazio sulla frutta
Dove le prendo le vitamine ?
Molto probabilmente anche tu ora ti starai facendo questa domanda.
Dove prendo le vitamine se non mangio la frutta ??
Semplice, nella verdura e in parte anche negli altri alimenti: semi oleosi, legumi, cereali, carne, uova e pesce. Soprattutto la vitamina C si crede erroneamente che sia un esclusiva delle arance e dei limoni. In realtà troviamo questa preziosa vitamina anche in molti altri alimenti del mondo vegetale.
Per esempio nelle crucifere (verze, cavoli, cavolfiori, cavoletti di Bruxelles, ecc.), nei peperoni, nel peperoncino, nel prezzemolo, nella rucola, nelle foglie di rapa, negli spinaci, nella lattuga e nel tarassaco. Tutto gli alimenti citati fin’ora hanno un contenuto di vitamina C maggiore rispetto alle arance, soprattutto se consumati crudi o al vapore.
Poi ci sono sempre le bacche di rosa canina, un vero e proprio concentrato di vitamina C (20 volte rispetto alle arance!). Le bacche di rosa canina, a differenza della maggior parte dei frutti, maturano proprio durante i mesi più freddi. resistendo anche a temperature estreme anche molto al di là sotto lo zero.
Mangiare bene per sconfiggere il Male
Autore: Dott.ssa Maria Rosa Di Fazio
Pagine: 157
L’esplosione dei tumori ha avuto un’impennata negli ultimi trent’anni e continua ad averla, da quando la nostra alimentazione da “povera” che era è diventata via via più ricca. Ma ricca di che? Bisognerebbe cominciare a chiederselo. Questo libro lo fa, dandovi anche tutte le risposte.