Articolo a cura del Dott. Dario Polisano
L’ipertensione è una condizione patologica che rientra nei fattori di rischio della cosiddetta sindrome metabolica. Si definisce ipertensione un aumento, a riposo, della pressione sistolica e diastolica dell’organismo con valori maggiori o uguali a 140\90 mmHg.
Bisogna considerare che durante la giornata il valore della pressione del sangue non è sempre costante, ma subisce delle variazioni; ad esempio durante l’attività fisica si avrà un aumento della pressione che però non dovrà superare i 230\100 mmHg. Questo dato è molto importante e ci suggerisce che non dobbiamo misurare la pressione sanguigna subito dopo rientrati a casa, magari dopo aver salito le scale con le borse della spesa.
Altro dato da considerare è che con l’avanzare dell’età la pressione arteriosa sistolica tenderà ad aumentare per l’aumento della resistenza dei vasi dovuto a un normale processo di irrigidimento fisiologico con sclerosi della parete vasale. Se un leggero aumento della pressione sistolica, con valori prossimi ai 150 mmHg, in età avanzata, può essere ritenuto fisiologico, diventa patologico quando vi è un aumento della pressione diastolica con valori pari o superiore a 90 mmHg.
L’aumento della pressione arteriosa, oltre all’irrigidimento dei vasi sanguini, può essere dovuta alla presenza di elevate quantità di liquidi nel plasma. Quest’ultimo caso è la maggiore causa dell’ipertensione nei soggetti al di sotto dei sessant’anni.
Per molti anni la terapia nutrizionale dell’ipertensione si è basata sulla riduzione del sodio alimentare, minerale che se in eccesso tende ad apportare liquidi all’interno dell’arterie. Niente di sbagliato se non fosse che il nostro organismo riesce ad eliminare il sodio alimentare in eccesso tramite l’emuntorio renale.
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Il vero problema dell’ipertensione è dovuto ad un cattiva regolazione del rilascio del sodio che avviene all’interno del nostro organismo a prescindere dalla presenza o meno del sodio di natura alimentare. Il rilascio del sodio viene controllato da un ormone detto aldosterone, quest’ultimo, più è presente, più permette il rilascio di sodio all’interno del plasma sanguigno che a sua volta favorisce il richiamo di acqua nei vasi sanguigni e quindi l’aumento della pressione arteriosa.
La terapia dietetica deve mirare alla riduzione dell’aldosterone ciò può essere effettuato impedendo il rilascio di grandi quantità di insulina, ormone che a sua volta stimola il rilascio dell’aldosterone.
Non regolando questo meccanismo potete anche abbandonare del tutto il sale, ma la pressione aumenterà lo stesso e quindi sarete “costretti” ad affermare che la terapia alimentare non ha effetto terapeutico.
La dieta contro l’ipertensione dovrà essere di basso indice e carico glicemico, preferendo cereali integrali ai raffinati ed eliminando totalmente lo zucchero.
Quando questa sostituzione alimentare non riesce a garantire un completo miglioramento bisognerà valutare l’eliminazione di intere classi di alimenti come ad esempio la famiglia dei cereali.
Solo facendo queste dovute modificazioni nella vostra dieta riuscirete a migliorare i valori della pressione arteriosa.
Dieta Reset, di Dario Polisano
Dopo aver modificato radicalmente il suo modo di alimentarsi e aver risolto gli innumerevoli problemi di salute che da anni lo tormentavano, il dottor Dario Polisano, biologo-nutrizionista, ha deciso di aiutare gli altri impegnandosi nella diffusione del suo metodo alimentare sviluppatosi dopo lunghi anni di studi…
Nutrizionista. Dott. magistrale in scienze dell’alimentazione e della nutrizione umana. Dott. in scienze farmaceutiche. Personal trainer. Profilo Facebook