Sono sempre di più gli italiani che, per fare un regalo alla propria salute, rinunciano ai “piaceri” di latte, yogurt, burro, formaggi e compagnia bella. Ed è incredibile quanto siano rapidi e visibili i benefici nell’eliminazione totale di questi alimenti, spesso basta attendere 2-3 giorni per notare che la pancia si sgonfia, che emicranie, tosse e raffreddore all’improvviso spariscono, che la cervicale migliora, che dermatiti e pruriti cessano e che la colite non c’è più.
Tuttavia questi sono solo alcuni dei disturbi più diffusi, legati al consumo di latticini. L’elenco da fare sarebbe davvero lunghissimo e comprenderebbe patologie assai più serie di quelle appena citate. Continuando la lettura ne scoprirai alcune.
In Italia uno dei primissimi a schierarsi apertamente contro il latte vaccino è stato il dottor Piero Mozzi, medico piacentino che da diversi anni informa la gente sulle possibilità di guarigione da innumerevoli malattie, tramite una sana e corretta alimentazione, cosa che prevede appunto l’eliminazione pressoché totale di latte e derivati (tranne alcune eccezioni e rari sgarri).
La sua fama lo precede, ma se è la prima volta che lo senti nominare, forse dovresti dare un’occhiata alla pagina delle testimonianze, giusto per farti un’idea.
Se invece lo conosci e magari sei già stato ad uno dei mercatini biologici del dottor Mozzi forse ti sarai accorto che espone sempre un cartello con una bella scritta in stampatello “IL LATTE FA MALE” (vedi figura.1). Una frase che il dottore ripete come un mantra ormai da molti anni.
Agli inizi della sua personalissima “crociata” contro il latte, il dott. Mozzi si è trovato a fare i conti con indifferenza, sarcasmo e indignazione da parte dell’opinione pubblica. Parlare male del latte era considerato un vero e proprio tabù. Per tutti era (e per molti è ancora) un alimento sano, completo e indispensabile per la salute umana, specialmente per il bambino e per gli anziani che devono prevenire l’osteoporosi assumendo alimenti ricchi di calcio.
Oggi, per fortuna, il dottor Mozzi non è più da solo e sono sempre più numerose le figure professionali (medici, nutrizionisti, naturopati, ecc.) che sconsigliano ai propri pazienti il consumo di latte e derivati.
Vediamo insieme il perché.
1 – Lattosio, uno zucchero indigesto
E’ assodato che sono in parecchi ad avere problemi digestivi con il lattosio.
Il lattosio è uno zucchero contenuto nel latte dei mammiferi in quantità variabili a seconda del tipo di mammifero. Un litro di latte vaccino contiene all’incirca 45-50 grammi di lattosio, mentre nel latte materno la quantità di lattosio arriva fino a 70 grammi per litro. Per quanto riguarda il latte vaccino, tale apporto di lattosio è decisamente inferiore nello yogurt e nei formaggi freschi ed è completamente assente nei formaggi più stagionati.
Il lattosio è uno zucchero complesso, composto da due monosaccaridi (glucosio ed galattosio). Per essere digerito dal nostro intestino ha bisogno di essere scomposto in questi due zuccheri semplici.
La lattasi è l’enzima adibito per la sua digestione, un enzima di cui il nostro intestino è ricco nel momento della nascita e per tutta la fase dello svezzamento. Ma con il passare degli anni, a partire dai 3-5 anni di vita, si assiste ad una progressiva riduzione dell’attività della lattasi e in età adulta solo una ristretta percentuale di persone è ancora in grado di digerire bene il latte.
Per cui la maggior parte degli adulti, non riuscendo più a digerire il lattosio, ne diviene matematicamente intollerante. I sintomi più comuni sono: gonfiore addominale, flatulenza e diarrea.
In tanti credono erroneamente che per ovviare al problema, basta evitare il lattosio. Quindi si buttano a capofitto su prodotti poveri, o privi di lattosio, come il latte senza lattosio (che oggi è molto in voga) o, peggio ancora, lo yogurt e i formaggi stagionati.
Quello che in molti ancora non sanno è che nel latte e in tutti i suoi derivati, ci sono nemici assai più subdoli e pericolosi del lattosio. In primis la caseina….
2 – Caseina, una proteina pericolosa
I pericoli maggiori e le conseguenze più negative per la salute non vengono dal lattosio, bensì da una proteina contenuta soprattutto nel latte vaccino, ma anche nel latte di altri animali (capra, pecora, ecc.). Sto parlando della caseina.
La caseina costituisce circa l’80% delle proteine del latte vaccino e nel latte di percora e di capra questa percentuale è leggermente minore. Il latte materno contiene una percentuale di proteine nettamente inferiore (circa un terzo di quelle contenute nel latte vaccino) e di queste la caseina rappresenta solo il 20%. Molto più abbondanti sono invece le sieroproteine.
Quindi già vediamo che la struttura proteica del latte di donna è completamente differente dal latte vaccino o di altri animali.
Ma per quale motivo la caseina è tanto pericolosa?
Il punto di vista del dott. Colin Cambpell
Sulla pericolosità della caseina si è ampiamente espresso uno dei più grandi studiosi mondiali di alimentazione, il dott. T. Colin Campbell. Campbell ha portato avanti uno studio durato oltre 30 anni, denominato The China Project, su cui in seguito ha scritto anche un libro intitolato “The China Study“. Uno degli elementi che più di tutti spicca da questo studio pluriennale, è l’elevatatissima incidenza della caseina sul cancro.
Uno studio condotto su topi da laboratorio ha infatti rivelato che la caseina ha una relazione così stretta con il cancro da poter essere usata come interruttore per la crescita dei tumori. Il dottor Campbell ha imposto un regime alimentare costituito al 20% di caseina nel primo gruppo di topi, e del 5% in un altro. L’esito di questi esperimenti è stato sorprendente: i topi che assumevano caseina al 5% mostravano tumori significativamente più piccoli di quelli appartenenti al primo gruppo. Successivi studi hanno mostrato come, sostituendo la caseina con le proteine della soia e del frumento, non si evidenziasse più la stessa differenza in termini di crescita fra i due gruppi.
A sostegno della sua tesi egli riporta anche che c’è una diretta relazione tra il consumo di latticini, più alto in Paesi come l’Italia o la Francia, e il tumore al seno, molto più raro nei paesi che consumano meno latticini, come la Cina.
Sebbene altri medici e studiosi continuano ad ignorare questi studi, il dott. T. Colin Campbell è fermo sul suo pensiero, ovvero che la caseina è senza dubbio “l’agente cancerogeno più potente mai scoperto”.
Breve spezzone di un convegno del dott. Campbell dove parla dei pericoli del latte:
Caseina e pastorizzazione, l’opinione della dott.ssa Di Fazio
Il dott. T. Colin Campbell non è l’unico a considerare la caseina un pericolo per la salute. Allo stesso modo la pensa anche la dott.ssa Maria Rosa Di Fazio, oncologa presso il Centro medico internazionale SH Health Service di San Marino.
La dott.ssa Di Fazio crede fermamente che l’alimentazione giochi un ruolo importantissimo nella genesi e nello sviluppo dei tumori e in anni di pratica ha capito che alcuni alimenti è meglio evitarli del tutto, perché nocivi per la nostra salute. Questo è vero per un paziente malato di Cancro, ma lo è altrettanto per le persone sane che vogliono fare prevenzione.
E secondo la sua opinione i latticini sono proprio in cima alla lista degli alimenti da evitare. Nel suo libro “Mangiare bene per sconfiggere il male“, la dott.ssa Di Fazio ci spiega quanto, ancor più della caseina, sia pericolosa la caseina degradata.
Quando la caseina viene sottoposta ad alte temperature, come nel caso della pastorizzazione (circa 70°C), questa proteina si degrada, coagula e decade, diventando una sostanza colloidale insolubile. E’ la stessa forma in cui, a livello industriale, la caseina viene utilizzata come collante, ad esempio per incollare le etichette alle bottiglie di vetro.
Purtroppo l’effetto colla si produce anche a livello intestinale. La caseina si stende come un velo sulle pareti dell’intestino, appiccicandosi come colla ai villi intestinali, contrastando e impedendo le loro funzioni, ovvero quello di assorbire i nutrienti che verranno poi utilizzati per le innumerevoli necessità del nostro organismo.
Ma non è tutto! La caseina non soltanto si incolla, ma produce anche un potente effetto infiammatorio sull’intestino, alterando nel tempo la sua permeabilità e favorendo lo sviluppo di quella che viene oggi definita come sindrome dell’alterata permeabilità intestinale (in inglese Leaky gut).
Leaky gut significa anche “sindrome dell’intestino gocciolante”, termine che descrive esattamente ciò che avviene quando l’intestino è in queste condizioni. In sostanza i villi fanno da barriera tra l’intestino e il circolo sanguigno, ma quando la loro permeabilità viene alterata si creano come “dei buchi” dove passano sostanze che in realtà non dovrebbero passare. Quello che succede è che l’intestino non riesce più ad opporsi in maniera adeguata all’ingresso di antigeni alimentari, tossine e patogeni nel circolo sanguigno.
Si tratta di una condizione di cui soffrono tante persone senza saperlo e a cui recenti studi hanno associato numerosi disturbi, più o meno gravi. Alcuni sintomi sono meteorismo, crampi, diarrea, costipazione, dolore addominale. Ma anche sintomi sistemici come mal di testa, stanchezza cronica, affaticamento, depressione, ansia e allergie. In realtà si parla anche di patologie ben più serie, come malattie autoimmuni, fibromialgia, malattie neurodegenerative (demenza senile, Alzheimer, morbo di Parkinson, ecc.), malattie infiammatorie croniche intestinali (colite ulcerosa e morbo di crohn) e malattie psichiatriche (ansia, attacchi di panico, depressione, ecc.) e perfino il Cancro.
Non esistono farmaci in grado di curare questa condizione, l’unico modo per farlo è attraverso una corretta alimentazione. Ciò preclude l’eliminazione di quei cibi che sono stata causa diretta della permeabilità intestinale, come appunto il latte pastorizzato e tutti i suoi derivati (yogurt, burro, formaggi, gelati, dolci cremosi, ecc.).
Anche il consumo quotidiano di glutine – proteina contenuta in alcuni cereali (frumento, farro, kamut, orzo, ecc.) – può causare la sindrome di permeabilità intestinale, specialmente in soggetti particolarmente intolleranti, o comunque sensibili a questa proteina (non solo celiaci).
3 – Ormoni animali, interferiscono con quelli umani
Il latte è una alimento ricco di ormoni e non poteva essere altrimenti, visto che è il risultato della secrezione della ghiandola mammaria femminile dei mammiferi. Stiamo parlando di ormoni naturalmente contenuti nel latte, non indotti artificialmente dall’uomo.
Gli ormoni sono delle sostanze chimiche che giocano il ruolo di “messaggeri“, cioè l’organismo se ne serve per trasmettere informazioni a tutti gli organi del corpo umano. Questi ormoni sono prodotti da particolari ghiandole dette endocrine (la tiroide, le ghiandole surrenali, il pancreas, le ovaie, i testicoli, ecc.). Ad esempio è un ormone l’insulina, prodotto dal Pancreas affinché permetta l’ingresso del glucosio all’interno delle cellule, abbassando l’indice glicemico. Sono ormoni anche il T3 e il T4 secreti dalla tiroide in risposta all’ormone ipofisario TSH. Questi regolano il metabolismo, la sintesi proteica, l’attività cardiaca, la motilità intestinale, l’assorbimento di ferro e vitamine, e molto altro ancora.
In buona sostanza gli ormoni giocano un ruolo fondamentale per la nostra salute ed è importante che l’apparato endocrino sia funzionale affinché questi vengano secreti nel modo corretto. Di fatto non potremmo vivere senza insulina, o senza gli ormoni tiroidei, ma questo vale anche per molti altri ormoni.
Bene, recentemente si è visto che gli ormoni contenuti nel latte animale possono inteferire con gli ormoni prodotti dal nostro apparato endocrino, provocando un serio squilibrio ormonale che alla lunga può comportare lo sviluppo di malattie e tumori ormono-sensibili, come il cancro al seno e all’ovaio per la donna, il cancro alla prostata per l’uomo e il cancro alla tiroide per entrambe i sessi.
Lo sa bene la dott.ssa Maria Rosa Di Fazio (che ricordo è oncologa), categorica nell’eliminare latte e derivati a tutti i suoi pazienti affetti da un tumore di questo tipo. E con il cambio di alimentazione, afferma nel suo libro Mangiare bene per sconfiggere il male, quasi sempre si verifica un drastico calo dei marker tumorali.
Breve intervento della dott.ssa Di Fazio dove parla di alimentazione e tumori:
L’opinione del dottor Franco Berrino
Anche il dott. Franco Berrino – Medico Epidemiologo del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva di Milano – sconsiglia il consumo di latte animale a chi è affetto da un tumore.
Il dottor Berrino afferma che bere anche un solo bicchiere di latte vaccino, raddoppia la quantità dell’ormone IGF-1, l’ormone della crescita, ormone che sostiene la crescita delle cellule tumorali e quindi delle dimensioni di un cancro se già presente nell’organismo.
Chi beve latte vaccino ha livelli di IGF-1 più alti nel sangue, come del resto dimostrato da una serie di recenti ricerche, e sempre chi ha livelli più elevati del fattore di crescita nel sangue, si ammala più facilmente di tumore. E ancora, sempre in presenza di livelli alti di tale fattore di crescita, chi è già ammalato di tumore, sviluppa molto più facilmente metastasi.
Questo è quanto afferma il dott. Berrino, da sempre in prima linea nella lotta contro i tumori che, come ripete spesso al pari di tanti altri studiosi, è strettamente legato all’alimentazione.
Breve intervista al dott. Franco Berrino dove parla di latte e tumori:
4 – Il latte NON fa bene alle ossa
La maggior parte della gente crede di non poter fare a meno del latte per il prezioso apporto di calcio, minerale indispensabile per la salute delle ossa.
Quella del latte che fa bene alle ossa è una vecchia storiella dura a morire, ma che oggi giorno fa acqua da tutte le parti. Si tratta infatti di un’informazione totalmente errata, triste eredità di un trentennio di spot pubblicitari martellanti a favore dei prodotti caseari. Oggi purtroppo la campagna mediatica disinformativa non si è ancora arrestata e c’è ancora chi continua a consigliare latte e formaggi in diretta televisiva (ogni riferimento al dott. Calabrese è puramente casuale).
Fortunatamente tra la classe medica c’è anche chi il proprio lavoro lo ama veramente e lo svolge con passione, dando al pubblico informazioni corrette. E’ il caso del dottor Mozzi, del dottor Franco Berrino, della dott.ssa Di Fazio, giusto per citarne alcuni. Tutti professionisti della salute che sono d’accordo sull’assoluta inutilità del latte nella prevenzione, come nella cura dell’osteoporosi.
Del resto per capire che il latte NON serve alle ossa, basterebbe un attimo soffermarsi ad osservare tutti gli altri mammiferi del Pianeta, anche di mole nettamente superiore all’uomo (mucche, tori, bufali, elefanti, ecc) e quindi dotati di strutture osse più grandi e massicce. Questi animali si nutrono di latte solo durante i premi mesi di vita e poi…. poi basta. Eppure le loro ossa rimangono solide e compatte fino alla morte. Non soffrono certo di osteoporosi.
Lo stesso dicasi per i cinesi e per gli altri popoli asiatici che non hanno mai fatto uso di latte e derivati. Le loro ossa sono nettamente più sane di quelle di noi occidentali.
A dimostrarlo sono i risultati di uno studio del professor Walter Willet, capo della Nutrizione della Scola di salute pubblica all’Università di Harvard, resi noti in una sua intervista al settimanale americano Newsweek.
Da questo studio è risultato che i Paesi con le più alte assunzioni di calcio hanno le percentuali più alte di fratture e non le più basse! E sono proprio i grandi amanti del latte, come gli americani, i norvegesi e gli svedesi a presentare un’incidenza di fratture di molte volte superiore a quella registrata per esempio in Cina, dove non si beve latte.
Il parere del dott. Dario Polisano
Anche il dottor Dario Polisano – dottore in scienze dell’alimentazione e della nutrizione umana – afferma chiaramente che il latte non fa bene alle ossa.
Ecco come risponde il dott. Polisano, in una recente intervista pubblicata su questo blog, alla domanda “Il latte è una fonte essenziale di calcio?” “Si. Il latte è un alimento ricco di calcio, ma quest’ultimo non può essere assorbito dal nostro organismo. Durante i processi di pastorizzazione il fattore attivo di assimilazione del calcio viene trasmutato non garantendo l’utilizzo del calcio nel nostro organismo. Il calcio che non viene ben assimilato si deposita nelle arterie formando placche arteriosclerotiche. Il calcio fosfato, inoltre, viene convertito in calcoli renali o alla cistifellea e contribuisce nella formazione delle artriti.”
Per la prevenzione dell’osteoporosi consiglia invece il consumo di altri alimenti vegetali ricchi di calcio, come i semi oleosi (mandorle, noci, nocciole, ecc.), la verdura, i legumi e il pesce.
Per concludere
Vorrei concludere questo articolo lasciandoti con il parere del nostro medico di fiducia, il dottor Mozzi, che come ho già ripetuto ad inizio articolo, da anni si batte per sfatare il falso mito del latte.
In questo breve video ci spiega perché il latte non fa bene alle ossa e quali e quali sono i pericoli a cui si va incontro continuando a consumare latticini ogni giorno.
Latte inquinato
Ho intenzionalmente evitato di parlare del gravoso problema del latte inquinato, non perché non fosse un argomento importante, ma per evitare di allungare ulteriormente questo articolo, già di suo abbastanza pasante. E’ un argomento che tratterò sicuramente in futuro, ma di cui già puoi trovare molti informazioni importanti cercando in rete.
Tieni comunque conto che il latte prodotto negli allevamenti intensivi, da cui escono la stragrande maggioranza dei prodotti caseari che trovi in commercio nei supermercati, è contaminato da antidolorifici, antibiotici e ormoni della crescita, tutte sostanze iniettate nelle mucche affinché producano dai 50 ai 100 litri di latte al giorno, quando una mucca allevata normalmente non produce più di 20 litri di latte.
Inoltre le mucche allevate in maniera intensiva vengono nutrite con mangimi a base di cereali (cibo non adatto alle mucche!), a loro volta contaminati da diserbanti e fertilizzanti chimici.
Insomma se proprio vuoi bere latte, cerca almeno di consumare un latte sano che provenga da allevamenti al pascolo!