Palpitazioni, vertigini, paure ingiustificate, senso di soffocamento… i sintomi dell’ansia dilagano sempre più. Ma è proprio vero che le sue cause sono così misteriose?
Secondo le statistiche più recenti l’ansia colpisce sempre più persone. Presentandosi con una teoria di sintomi anche molto diversi tra loro, a livello medico non sono affatto chiare le cause scatenanti. L’unico aspetto certo della faccenda è il costante aumento del fatturato dell’industria farmaceutica nel settore degli ansiolitici.
Ma cos’è effettivamente l’ansia e, in chiave naturale, può essere spiegata ed eventualmente curata?
Come vedremo da questa vecchia intervista al dott. Piero Mozzi, le cause dell’ansia sembrerebbero avere radici e cure assai più semplici di quel che si crede. Metodi di cura che possono mettere decisamente in crisi il monopolio dei rimedi farmaceutici.
Ecco come si sconfigge l’ansia
Intervista del dottor Mozzi a cura di John Masnovo
Le statistiche dicono che l’ansia sia tra le patologie emergenti degli ultimi decenni. Ci può spiegare di cosa si tratta e quali potrebbero essere i fattori determinanti di questo aumento?
[Dottor Mozzi]: Fino a diversi decenni fa l’ansia era una patologia quasi irrilevante nel panorama medico sia italiano che dei paesi occidentali. Ma da oltre una ventina d’anni a questa parte, è balzata improvvisamente nei primi posti nella classifica delle più frequenti patologie – ammesso la si possa definire tale – innescando un’altrettanto vorticoso incremento esponenziale nell’uso dei farmaci atti a combatterla.
Con il termine ansia si definisce uno stato patologico dovuto ad un insieme di sintomi anche diversissimi tra loro come: dispnea, senso di mancanza d’aria, palpitazioni, tachicardie, dolori toracici o addominali, sudorazioni, nausee, disturbi intestinali o urinari, sonno disturbato, insonnie, emicranie, cefalee, senso di irrequietezza o di apprensione, paure, difficoltà di concentrazione, facile affaticamento, disturbi della memoria, ecc… che si combinano tra loro in vario modo, in parte o in toto, creando quadri assai complessi che finiscono generalmente per risultare insostenibili al paziente.
Quando poi questi stessi sintomi si presentano in forma accentuata, l’ansia può sfociare in una forma molto più invalidante (caratterizzata da tremori fissi o sporadici, fortissime sudorazioni, vampate di calore improvvise, vertigini, instabilità generalizzata, forti paure ingiustificate di vario genere, ecc) che va sotto il nome di attacco di panico.
Dalla mia esperienza pratica sono giunto alla conclusione che l’ansia non è affatto legata a problematiche inerenti al sistema nervoso come solitamente viene detto, costringendo il paziente a sottostare a cure farmacologiche o psicoterapeutiche di vario genere.
L’intervento va effettuato invece a livello dell’apparato digerente, cercando di capire come mai l’ansia si scatena in certi momenti piuttosto che in altri. In termini più chiari, ciò che scatena tutti i fenomeni connessi con l’ansia è semplicemente il blocco della digestione, il quale determina una paralisi della circolazione sanguigna a livello dello stomaco e degli organi addominali, la qual paralisi produce un affaticamento del cuore per il surplus richiesto di attività cardiaca che, a sua volta induce una generalizzata difficoltà respiratoria da cui derivano oppressione toracica, senso di soffocamento, palpitazioni, ecc…
Sono più che convinto che qualora si presti sufficiente attenzione al quadro metabolico antecedente al momento in cui si scatenano i sintomi tipici dell’ansia, si scopre agevolmente che a scatenare il tutto è un difficile processo digestivo in atto.
Infatti, l’ansia difficilmente si sviluppa a stomaco vuoto o a digiuno. Molto più diffusi sono gli attacchi di ansia alla sera, dopo cena, quando ci si corica con una digestione difficoltosa, oppure, e quelli sono decisamente più gravi, quando si è trascorso tutta la notte con un blocco digestivo e al mattino, per forza d’abitudine e senza rendersene conto, si aggiunge la solita colazione… allora si può scatenare davvero un attacco molto pronunciato d’ansia e di panico.
I problemi dell’ansia sono dunque causati dagli alimenti ingeriti, i quali determinano uno stato di intossicazione acuta le cui cause possono essere molto varie: ad esempio,. una semplice cena costituita da una minestra in brodo – comune in Italia, soprattutto nelle persone anziane – un po’ di formaggio ed eventualmente un frutto tipo mela o pera cotta, ed ecco che si può scatenare questo fenomeno, sebbene apparentemente gli alimenti o le combinazioni alimentari non siano da considerarsi tossiche o dannose.
In definitiva, bisogna fare molta attenzione a quanto ci succede, in quale momento si presenta l’ansia, con quali modalità si esprime e, soprattutto, quali alimenti abbiamo consumato nell’ultimo pasto.
Per risolvere gli attacchi di ansia a volte bastano semplicissimi rimedi come una bevanda molto calda, anche della semplice acqua, oppure un tè verde o una camomilla o per qualcuno anche un caffé (non certamente però per le persone di gruppo sanguigno 0). L’assunzione di questi liquidi caldi, pressoché bollenti, riattiva i processi digestivi con la conseguente espulsione, attraverso rutti potenti, dei gas che si sono formati nello stomaco e che premono sulle pareti dello stomaco causando la paralisi motoria ed enzimatica dello stomaco.
La fuoriuscita di questi gas ha come rapida conseguenza la risoluzione dell’ansia: in altre parole è come la quiete dopo la tempesta. I liquidi molto caldi (possibilmente bollenti) debbono essere assunti in buona quantità fino a che non si verificano le emissioni di gas dallo stomaco.
E’ questa la prova pratica determinante che dimostra come l’ansia non abbia un’origine psichica bensì un’origine prettamente alimentare ovvero digestiva.
L’ansia è considerata generalmente una patologia che colpisce maggiormente il genere femminile. In base alla sua esperienza, nonché a quanto afferma, le risulta questa differenziazione oppure l’ansia interessa ambedue i sessi in ugual misura?
[Dottor Mozzi]: Si, è certamente vero che fino ad alcuni decenni fa, l’ansia era una patologia che affliggeva più il sesso femminile che quello maschile. Tuttavia, oggi colpisce indistintamente sia le donne che gli uomini. D’altro canto, è anche vero che l’ansia è molto frequente nelle donne ultrasessantenni, così come è altrettanto vero che il suo verificarsi è più frequente nelle ore serali o pomeridiane proprio in concomitanza con i pasti e i processi digestivi.
Di fatto vi è un aumento nelle donne appena sopra i quarant’anni o all’inizio del climaterio (menopausa) che presentano frequenti problemi di ansia o di patologie ansiogene.
Va inoltre ricordato che spesso gli attacchi di ansia sono connessi con l’approssimarsi di perturbazioni meteorologiche. Ad esempio, i cosiddetti meteoropatici (coloro che sono sensibilissimi alle variazioni di pressione), quando sono in arrivo grosse perturbazioni – soprattutto quelle atlantiche, caratterizzate da notevoli depressioni e diversi giorni di maltempo – nel periodo precedente a queste perturbazioni sono sensibilissimi a questo collegamento con la natura che li circonda e possono avere molto più facilmente di altri oppressione e difficoltà respiratorie.
I meteoropatici sono molto diffusi tra le persone di gruppo 0, estremamente più sensibili ai cambiamenti atmosferici, e la causa di questa meteoropatia è probabilmente da ricercarsi nella composizione ionica dell’aria, ossia nell’aumento o nella diminuzione di determinati ioni nell’aria che viene avvertito con grande anticipo da queste persone e che scatenano questi vari effetti soprattutto a livello respiratorio.
Per quanto riguarda gli attacchi di panico essi non sono che una forma di ansia all’ennesima potenza: attacchi che, se non sono riconosciuti per quello che sono, possono determinare interventi farmacologici o psicoterapeutici dalla durata pluriennale.
E sebbene non vi sia il minimo bisogno di farmaci, il terrorismo della medicina ufficiale è tale che le persone vengono indotte ad un’annosa dipendenza da farmaci di sintesi piuttosto che essere edotte sulla vera causa dei loro problemi e dei loro attacchi di ansia o di panico. Mi sono capitate diverse persone in questa situazione: tenuti sotto terapia farmacologica per anni senza che venisse mai spiegata loro la vera causa e dell’origine del problema che li affliggeva.
L’attacco di panico può essere veramente devastante e lasciare un tale senso di insicurezza nella persona da invalidarle la vita. Poiché si può scatenare nei momenti più impensati e senza alcun avviso, le persone che ne vanno soggette si portano dietro un senso di paura costante, un timore che possa accadere loro nei momenti meno desiderati come quando sono alla guida di un automobile o sono impegnati in un’azione delicata, trasformandosi in un grave pericolo per loro stessi quanto per gli altri.
Il fatto che nessuno chieda mai alle persone soggette ad attacchi di ansia o di panico quando si verificano questi fenomeni e se sono concomitanti con l’assunzione di certi alimenti o bevande e, dunque se sono connessi in qualche misura con i processi digestivi ha dell’irreale.
Il rapporto ansia–alimentazione è un aspetto del tutto trascurato, che non viene minimamente preso in considerazione da nessun tipo di medicina, sia essa ufficiale o cosiddetta alternativa.
Ci ha illustrato alcuni semplici rimedi che agevolano e sbloccano la digestione e, conseguentemente, riducono l’ansia. Ma vi possono essere anche altri rimedi, ad esempio fitoterapici, da assumere per placare situazioni d’emergenza o per prevenirle a più lungo termine?
[Dottor Mozzi]: Sì, questo è una cosa fondamentale. Infatti vi sono diversi validi rimedi fitoterapici – e dunque senza dover ricorrere a farmaci di sintesi – che possono giovare nei casi di ansia.
Ad esempio i derivati di piante stupende come la Camomilla romana (arthemis nobilis) – che peraltro non è facile trovare in commercio poiché non può essere gestita direttamente dagli erboristi ma solo dai farmacisti – o come la Cardiaca (leonorus cardiacus) che appartiene alla famiglia della Labiate (di cui fan parte anche Rosmarino, Salvia, Lavanda, Timo, Melissa, ecc). I principi attivi di queste meravigliose piante possono veramente dare un grande aiuto a tutte le persone che hanno problemi di ansia.
Queste piante, se prese insieme, in buon dosaggio (ovvero raddoppiando o triplicando il dosaggio consueto per i comuni problemi per cui sono indicate), e sotto forma di estratti idroalcolici – ossia come tinture madri, il sistema migliore per assumere i fitofarmaci poiché il principio attivo della pianta fresca viene estratto dall’infusione alcolica che garantisce un tasso di principi attivi notevolmente più elevato ed efficace rispetto alla pianta essiccata – e subito dopo si beve una bevanda caldissima, quasi bollente (non tiepida, perché distenderebbe solo le pareti dello stomaco senza alcuna efficacia) agevoleranno il riavvio del processo digestivo, bloccando lo spasmo e risolvendo in tal modo l’ansia.
Per le persone di gruppo 0 e A, validissimo sarà pure il Carciofo da abbinare alla Camomilla romana e alla Cardiaca. Mentre per le persone di gruppo B e AB il Carciofo andrà assolutamente evitato. Sia Camomilla romana che Cardiaca invece sono universali, valide dunque per tutti i gruppi sanguigni, positivo o negativo che siano, senza alcuna controindicazione.
E la respirazione? Può avere qualche influenza nel controllare l’ansia? C’è qualche esercizio o tecnica che possa giovare a ridurre l’ansia?
[Dottor Mozzi]: Se l’attacco d’ansia si verifica a letto – la situazione peraltro più frequente – anziché alzarsi, recarsi in cucina, scaldare l’acqua, ecc… una persona coricata può fare una serie di atti respiratori controllati, ossia portare la propria attenzione sulla propria respirazione e cercare di controllarla effettuando una serie di espirazioni secondo la metodica dello Hatha Yoga.
In altre parole, si effettueranno delle espirazioni lente e prolungate, controllando l’emissione dell’aria fino al completo svuotamento dei polmoni, comprimendo bene il diaframma e i muscoli addominali e, conseguentemente, lo stomaco – ciò di fatto effettuerà una sorta di massaggio sullo stomaco agevolando il rilascio dei gas bloccati nello stesso – e poi delle successive inspirazioni profonde.
L’alterno e ampio svuotamento e riempimento dei polmoni provvederà inoltre ad un’ossigenazione migliore del sangue e quindi ad una stimolazione del processo digestivo rallentato.
Difficilmente, tuttavia, questa respirazione può essere eseguita per più di 2-3 minuti. Prolungarla può provocare ulteriori problemi e, credo che, difficilmente, da sola possa risolvere gravi attacchi di panico o di ansia. Ciononostante, in casi lievi può essere di giovamento: provare non nuoce!
Vorrei aggiungere un’ultima riflessione. So che questa ipotesi sulla vera origine dell’ansia potrà suscitare perplessità visto che praticamente in tutte le medicine l’ansia viene considerata una patologia del sistema nervoso. Io ritengo invece che il sistema nervoso non sia che l’ultima tappa del problema, la cui origine è invece localizzata nell’apparato digerente.
Sono convinto che tutte le teorie possano essere credibili, dalle più semplici alle più complesse, dalle più fantasiose alle più concrete, tutte debbono essere tenute in considerazione.
Ma, di fatto, è solo la pratica, la realtà dei fatti contingenti ed i risultati ottenuti che determinano e sancisce se un’ipotesi o una teoria sia effettivamente valida.
E’ necessario pertanto provare, sperimentare e valutare quanto ci succede nel momento che ci coglie l’ansia o l’attacco di panico e risalire ad un quadro più generale del nostro modo di vivere. Non dubito che non ci vorrà molto per rendersi conto che la causa dell’ansia sta proprio nel blocco della digestione. Quei gas che fuoriescano dallo stomaco con rutti potenti e il conseguente placarsi dell’ansia saranno la dimostrazione migliore dell’effettiva e reale origine dell’ansia.
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Video del dott. Mozzi
Puntata di Box Salute del 10 Maggio 2014 dedicata agli stati d’ansia (suddivisa in 4 parti).
Video del 2 Maggio 2014 – Conferenza del dott. Mozzi svoltasi a Belgioioso e dedicata interamente ai problemi d’ansia e agli attacchi di panico.